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Da Scoprire

La Castagna Dop di San Zeno di Montagna

29 settembre 2007

scritto da: Giovanni Finotti

Castagne e marroni sono frutti generalmente genuini e naturali, che hanno sempre rappresentano per le popolazioni baldensi una grande risorsa. Questo breve testo andrà a descrivere questa importante coltura, che è stata così importante per i nostri nonni.

Il castagno ha sempre rappresentato, per le popolazioni baldensi, una grande risorsa. I suoi frutti costituivano un alimento ad alto contenuto energetico e di facile conservazione, mentre il suo legno alimentava i fogolari durante l'inverno. La pianta del castagno è diventata, nel corso dei secoli, un elemento caratteristico dell'economia e del paesaggio baldense. Dai tempi in cui costituiva uno degli alimenti essenziali per i contadini fino ad oggi, dove prevale l'aspetto ambientale, il castagno ha seguito con alterne fortune la storia della gente montebaldina

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Era coltivato nel territorio del Baldo veronese già nel Medioevo e documenti che risalgono al XIII e XIV secolo attestano la presenza di castagni nell'attuale territorio di Caprino Veronese. Alla fine dell'Ottocento, ricerche e testimonianze confermano la diffusione di questi frutti sia sul versante orientale che su quello occidentale del Baldo, da Malcesine a Castion, ma soprattutto nel territorio di San Zeno di Montagna. Vari motivi avevano infatti favorito la diffusione della coltura del castagno tra le genti montane, in particolare:

* la richiesta di poche cure colturali, peraltro non coincidenti con il periodo della fienagione, particolarmente impegnativo;
* la possibilità di ottenere un prodotto vegetale ad alto contenuto energetico e di facile conservazione ( tale quindi da costituire un alimento base );
* l'utilizzo della legna da ardere e del fogliame per la stabulazione del bestiame.

Dalla fine dell'Ottocento ad oggi, vari fenomeni di carattere sociale ed economico hanno interessato il territorio baldense, ed hanno portato, sostanzialmente, ad un progressivo processo di spopolamento della montagna o ad una trasformazione della sua economia da silvo- pastorale a turistica. Queste trasformazioni hanno influito anche sulle coltivazioni e sugli aspetti del paesaggio e la coltura del castagno ne è tipica testimone : lo si vede nella sua progressiva riduzione nell'ambito dell'economia delle imprese agricole e, di riflesso, nella sua diminuita distribuzione territoriale. Inoltre, i massicci attacchi del cancro della corteccia hanno perfino fatto temere la definitiva scomparsa del castagno dal territorio. Attualmente, questa tendenza al degrado e all'abbandono sembra essersi attenuata, sia per la diminuita pericolosità del patogeno agente del cancro corticale, sia per un rinnovato interesse dei consumatori verso i prodotti tipici. Ora la coltivazione del castagno sul Baldo, specie sul versante occidentale, comprende una fascia vegetazionale che corre all'incirca lungo la quota di m. 800 s.l.m., a cavallo fra i comuni di Brenzone e San Zeno di Montagna. Essa ricopre una superficie che rappresenta circa la metà dell'estensione del castagneto in tutta la provincia di Verona. A riprova del rinnovato interesse per la castagna sta il successo che riscuote la Sagra della castagna, che si tiene nel mese di novembre. Istituita negli anni Trenta e successivamente abbandonata, ha avuto una felice ripresa negli anni Settanta e, di recente, si è trasformata in Mostra Mercato del Marrone. Bisogna inoltre ricordare che il “marrone di San Zeno di Montagna” è stato di recente dichiarato prodotto D.O.P.

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